Guarda che gli HART non mettono in sicurezza la zona quello ci pensa anche qui la polizia, gli HART hanno facoltà di lavorare nella red zone per poter lavorare su pazienti critici
Niente, mi spiegherò meglio appena posso.
Kansas sign: Asystole. Cuz it's flat, like Kansas
Io onestamente non vedo la necessità di rendere i sanitari parte del processo di evacuazione del paziente. Il cnsas per esempio rende sì partecipi i sanitari del soccorso, ma non effettuano altre operazioni che non siano la valutazione e trattamento sanitario preospedaliero del pz e la loro stessa progressione. Tempo fa chiesi a mad pubblicamente sul forum quanto guadagnasse un HART/SORT rispetto ad un normale vigile del fuoco, rispose che in media guadagnano si più, aggiungerei giustamente dal momento che frequentano un corso di laurea per poi ottenere la qualificazione per operare in interventi di natura tecnica, ma viene spontaneo chiedersi anche perché incaricare il sanitario di evacuare un pz quando può farlo, a costo minore, un "tecnico" considerando soprattutto che in determinate circostanze (acque vive, incendi ed nbcr) la prima priorità è quella di allontanare il pz dalla fonte di pericolo e non farne una valutazione... che poi, per accedere alla zona tiepida occorrano specifici dpi e formazione sono d'accordo, ma sempre per fare un esempio: il medico speleologo del cnsas progredisce in autonomia e valuta il pz, non fa parte di altre commissioni (disostruttori, attrezzisti, comunicazioni) non vedo perché lo stesso non valga in ambiente urbano.
Io non vedo la necessità di delegare al servizio ambulanze quello che i vigili del fuoco hanno sempre fatto, magari è una nuova concezione del soccorso che soppianterà quella attuale ma troverei davvero ambiguo vedere un paramedico che ha studiato anatomia, fisiologia, fisiopatologia etc etc etc per poi operare con ara e holmatro a tagliare lamiere ed evacuare feriti da bus incidentati.
Ultima modifica di Lucadrago54; 13-04-2018 alle 09:50
We say goodbye, but never let go
We live, we die, 'cuz you can't save every soul
Gotta take every chance to, show that you're the kinda man who;
Will never look back, never look down,
And never let go
Semplicemente perché non si parla di interventi tecnici, ma tecnico-sanitari. E l’evacuazione è una componente anche sanitaria. Con tutto il bene per i VVF eh, ma preferisco di gran lunga squadre sanitarie a fare queste cose.
sono parzialmente d'accordo, nel senso che se tutto ciò che concerne il sanitario sta nell'avere autonomia e toccare il paziente, nulla di più (spegnimento incendi, divaricazione mezzi, messe in sicurezza, sostanze pericolose, conduzione piccoli mezzi nautici) allora ti dico ok, ma dovessimo adoperare questo standard anzitutto l'attuale sistema di elisoccorso andrebbe rivoluzionato perché il te non dovrebbe più accedere al paziente (cosa che accade spesso se l'incidente avviene in parete), dovrebbe esistere l'eccezione nel sar (anche urbano e marittimo) dove almeno nell'individuazione dell'infortunato occorrerebbe l'intervento dei tecnici, a meno che non si dica "in stato di emergenza tutti liberi di toccare i pazienti" ottimo, e allora negli incidenti stradali con enorme numero di feriti non serve premurarsi di inviare solo sanitari e tecnici-sanitari ma anche tecnici.
Io trovo più semplice formare un tecnico su come evacuare un infortunato così da consegnarlo ai sanitari che non insegnare manovre tecniche ai sanitari.
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penso si debba ragionare con il concetto di rischio prevalente. il sar, sia esso montano urbano o omarittimo, come prima definizione era attività in cui il recupero in sicurezza era prioritario rispetto alle condizioni di salute. inutile trattare un paziente con manovre mediche in un luogo/situazione che non può garantire la sua incolumità. o gli operatori sono tutti sanitari-pompieri-alpinisti-speleologi-bagnini , oppure serve dividere i ruoli e soprattutto una spiccata attitudine ad interpretare lo scenario.sono parzialmente d'accordo, nel senso che se tutto ciò che concerne il sanitario sta nell'avere autonomia e toccare il paziente, nulla di più (spegnimento incendi, divaricazione mezzi, messe in sicurezza, sostanze pericolose, conduzione piccoli mezzi nautici) allora ti dico ok, ma dovessimo adoperare questo standard anzitutto l'attuale sistema di elisoccorso andrebbe rivoluzionato perché il te non dovrebbe più accedere al paziente (cosa che accade spesso se l'incidente avviene in parete), dovrebbe esistere l'eccezione nel sar (anche urbano e marittimo) dove almeno nell'individuazione dell'infortunato occorrerebbe l'intervento dei tecnici, a meno che non si dica "in stato di emergenza tutti liberi di toccare i pazienti" ottimo, e allora negli incidenti stradali con enorme numero di feriti non serve premurarsi di inviare solo sanitari e tecnici-sanitari ma anche tecnici.
Io trovo più semplice formare un tecnico su come evacuare un infortunato così da consegnarlo ai sanitari che non insegnare manovre tecniche ai sanitari.
Appunto, quel che dico io è: non succede mai che sul primario, in parete,sbarchi i sanitari e imbarchi i tecnici per recuperare l'infortunato? Rispondo io sì.. A mio modesto avviso è inutile farsi tanti scrupoli nel dire: "il pompiere non deve toccare" ma potrebbe essere benissimo "l'aerosoccorritore marittimo" o "il tecnico di soccorso alpino" per poi fare formazione apposita ai sanitari.. per inciso "sort/hart entra in edificio con fumo e senza fiamme senza pompieri" ok ma il fumo indica combustione.. ergo o aspettate che si esaurisca il combustibile (brucia la casa) o contattate per forza i vigili del fuoco o lo spegnete voi, e in quest'ultimo caso verrebbe da chiedersi: "servono ancora i vigili del fuoco?" O "serve ancora la formazione di paramedico?"penso si debba ragionare con il concetto di rischio prevalente. il sar, sia esso montano urbano o omarittimo, come prima definizione era attività in cui il recupero in sicurezza era prioritario rispetto alle condizioni di salute. inutile trattare un paziente con manovre mediche in un luogo/situazione che non può garantire la sua incolumità. o gli operatori sono tutti sanitari-pompieri-alpinisti-speleologi-bagnini , oppure serve dividere i ruoli e soprattutto una spiccata attitudine ad interpretare lo scenario.
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Allora facciamo un po’ di chiarezza, le squadre HART non entrano in edifici con fumo da soli ma con i VVFF, in genere sono palazzine multipiano con molti inquilini, il fatto che HART va dentro e’ per accelerare il processo di evacuazione, verificare se ci sono fatalità. Gli HART in caso di molti feriti come detto fa triage e per L evacuazione ci pensano i VVFF sotto diretto contatto visivo dei paramedici. Le squadre HART Hanno in più lo stoccaggio per tutto lo UK di antitodoti per attacchi con gas nervino, si occupano della decontaminazione di pazienti feriti mentre per i Verdi ci pensano i VVFF.. Sono soccorsi tecnico sanitari, stanno facendo addestramento USAR per portare al ferito le prime cure che spesso sono fondamentali.le squadre HART non spengono incendi, non tagliano lamiere e non si sostituiscono ai VVFF anzi.
Quello che è successo negli ultimi trent'anni è che il medico viene portato sempre più vicino al paziente anche in ambiente ostile. E' successo perchè è dimostrato che il trattamento sanitario precoce può salvare più vite o minimizzare le conseguenze di un evento di natura medica o incidentale.
Ci sono, ovviamente dei limiti oltre i quali il trattamento snitario è poco o punto praticabile. In quei casi agisce la componente tecnica che evaqua il paziente e lo trasporta dal medico.
Non esiste una linea di confine netta dove il sanitario si deve fermare per lasciare campo al tecnico; dipende dalla natura dell'ambiente ostile e dalla capacità del sanitario di sapersi destreggiare. Per quanto riguarda l'ambiente montano, si va dal medico alpinista a quello che in montagna ci va forse per funghi.
Per quanto riguarda gli equipaggi del 118, normalmente queste variabili sono valutate e gestite al momento. A me è capitato sia di sbarcare i sanitari in parete o in ghiacciaio, sia di averli lasciati in un campo base per situazioni assai meno esposte di quelle. Per quanto riguarda l'agibilità dei luoghi al personale sanitario, l'ultima parola è del TE, il quale tiene conto di molteplici variabili, compresa, ma non soltanto, l'attitudine del personale sanitario presente.
Penso che la stessa cosa accada per interventi tecnici in ambiente urbano ove siano rpesenti i VVF.
Tornando in tema bisogna dire che gli standard di soccorso sanitario in Europa sono molto alti, Germania, Francia, UK, Polonia ecc. Investono molto sul soccorso extraospedaliero per non parlare del Portogallo che ultimamente sta facendo passi da gigante. In Italia esiste un servizio di elisoccorso eccezionale, leggermente un po’ indietro al resto d Europa dove sia in Francia che UK nuove tecnologie e soprattutto la possibilità di poter trasportare sangue per trasfusioni rapide hanno reso il servizio tra i migliori nel mondo. Purtroppo la lacuna in Italia e’ la mancanza di investimenti sul soccorso extraospedaliero, non perché mancano i soldi ma per scarso interesse, si punta più sul risparmio (non molto) che sulla qualità a discapito del cittadino.
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